domenica 21 agosto 2011

COME EVITARE IL RIPETERSI DELLE CRISI

Come evitare il ripetersi delle crisi

La crisi si manifesta o sorge per il venir meno delle coerenze necessarie tra obiettivi risorse, processi (commerciali e produttivi), prodotti e mercati.

E’ chiaro che il monitoraggio continuo della gestione può rivelare per tempo gli squilibri in corso e quindi consentire i più appropriati interventi correttivi al fine di evitare che la crisi esploda.

Tale monitoraggio tende a verificare la fattibilità degli obiettivi perseguiti in rapporto alle risorse disponibili e a far emergere possibili rischi e minacce che possono perturbare i mercati, i processi e la disponibilità di risorse definita sia quantitativamente che qualitativamente. Si pensi ad esempio al rischio che un collaboratore insostituibile interrompa la propria collaborazione per collocare altrove la propria capacità lavorativa ed anche ad un macchinario che si è rotto e che non è possibile riparare in tempi brevi o sostituirlo con un altro.

Il monitoraggio della gestione è necessario anche per ricombinare, in tempo utile, l’attività aziendale in rapporto alle diverse opportunità che il mercato sta offrendo. Si può quindi sostenere che la crisi sorge anche per il concomitante effetto di un insufficiente monitoraggio degli sviluppi gestionali.

La domanda di fondo per una buona amministrazione di impresa è questa: “che cosa fare nel caso in cui….?”. Insomma la gestione d’impresa, e dei problemi in generale, richiede un continuo monitoraggio e una continua simulazione dei processi gestionali.

La gestione d’impresa e di ogni altro problema che può portare ad una crisi richiede in sostanza un monitoraggio continuo della evoluzione del fenomeno da gestire; una continua attenzione alle modifiche in corso negli scenari in cui il fenomeno da gestire si manifesta; una capacità di riorientamento strategico delle cose da farsi in rapporto alle sempre mutevoli situazioni.

Dalle crisi si potrà uscire con un nuovo paradigma gestionale nel quale gli obiettivi perseguiti, i processi di attuazione e le risorse disponibili, ritrovino la necessaria coerenza.

Poiché il monitoraggio di ciò che si sta facendo richiede un atto di volontà o di saggezza non sempre disponibili, ecco allora il valore salvifico della crisi la quale ci obbliga, spinti da necessità primarie, a ripensare ciò che stiamo facendo e, quindi ci dà la spinta necessaria per dare l’avvio a quei cambiamenti che altrimenti non penseremmo proprio di intraprendere.

L’abitudine a riflettere e a controllare continuamente i risultati di ciò che si sta facendo ha un effetto non solo nella prevenzione delle crisi ma anche sullo sviluppo della personalità. Con le suddette analisi si può conseguire un giusto livello di autostima, di fronte alla constatazione di risultati positivi conseguiti; ad una eliminazione dell’autoesaltazione quando essa non è sostenuta da alcun risultato effettivo, ma anche dallo sviluppo di una capacità di autocritica la quale richiede che ognuno venga messo di fronte ai risultati negativi delle decisioni che lui stesso ha liberamente preso. Sviluppare una corretta autostima, un’accentuata capacità autocritica[1] e combattere le autoesaltazioni non aventi alcun fondamento reale, sono tutti aspetti questi che da un lato migliorano la nostra personalità e, dall’altro, ci consentono di ottenere successo dalle iniziative che vogliamo intraprendere (migliorano la nostra professionalità).

In ogni caso per evitare ed anche per uscire dalle crisi occorre un’attività continua di monitoraggio con la quale vengono messi in evidenza anche i punti forti, i punti deboli, i rischi e le potenzialità (ad esempio la sottoutilizzazione della capacità produttiva nonché la mancata utilizzazione delle professionalità a disposizione) possedute dall’impresa. Inoltre un grande rilievo ha la capacità amministrativa, gestionale, e di comprensione dei cambiamenti in corso nella società e nell’economia da parte dell’imprenditore. Tuttavia su alcuni di questi aspetti, mi riferisco alla capacità amministrativa ed a quella di riorientamento strategico, è possibile incrementare le capacità dell’imprenditore fornendo ad esso la formazione necessaria, aspetto questo al quale provvede da tempo, in appositi corsi individuali, Terre di Confine[2].

In estrema sintesi mi sembra si possa sostenere che le crisi si manifestano quando vi è poca consapevolezza dei fatti da amministrare e delle situazioni da gestire ed anche quando si riflette poco sul da farsi.

Di Attilio Giampaoli

[1] Confronta il Quaderno n°8 “Imparare ad auto amministrarsi”.

[2] Per ulteriori approfondimenti consultare anche i quaderni n°8 su come imparare ad auto-amministrarsi e il n°5 sul tema relativo alla valutazione delle nuove iniziative economiche, dello stesso autore. Si veda anche, Per un’armonia dell’economia, Asterisco, Urbino, 2010, pag. 228.

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